il comunista
La teoria Marxista poggia la sua forza sulla scienza... che ne valida la verità, e la rende disponibile al confronto con qualunque altra teoria che ponga se stessa alla prova del rigoroso riscontro scientifico... il collettivo di formazione Marxista Stefano Garroni propone una serie di incontri teorici partendo da punti di vista alternativi e apparentemente lontani che mostrano, invece, punti fortissimi di convergenza...
venerdì 1 agosto 2025
Hegel e il principio di non-contraddizione - Lucio Cortella
giovedì 31 luglio 2025
“C’era una volta l’URSS. Storia di un amore”, un libro per capire la Russia di ieri e di oggi - Nicola Pozzati intervista Laura Salmon
Da: https://www.radio5punto9.it/cera-una-volta-urss-salmon - Laura Salmon (https://rubrica.unige.it/personale/VUZBWVpt) è professore ordinario di Lingua e Letteratura Russa all’Università di Genova e, nel corso della propria carriera, ha tradotto alcuni dei più importanti capolavori della letteratura russa.
Nel suo ultimo libro “C’era una volta l’URSS. Storia di un amore”, pubblicato da Sandro Teti Editore, Salmon racconta la propria frequentazione della Russia, prima da studentessa e poi da giovane studiosa.
In questo memoir l’autrice raggiunge – attraverso lo “stile esclusivo della prosa narrativa” – due obiettivi: raccogliere i propri ricordi, trasportando il lettore in quei luoghi e in quel tempo in modo quasi fotografico, ridando vita ad atmosfere che, altrimenti, si sarebbero perse nel tempo e, in secondo luogo, lo porta ad una maggiore comprensione di quello che potremmo definire lo “spirito russo”, un sentimento sociale che si forma sulla scorta delle istanze del proprio tempo, ma anche della storia passata; un approccio alla vita che unisce vari fattori, talvolta anche agli antipodi tra di loro, ma che concorrono a formare il carattere della Russia e dei suoi abitanti.
Potremmo limitarci a dire che una buona scrittura sia motivo sufficiente per occuparsi di un libro – e su questo Salmon fa un lavoro egregio – tuttavia, crediamo che proprio l’attuale contesto geopolitico, marcatamente influenzato dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, rappresenti uno dei motivi che dovrebbe portarci ad approfondire senza pregiudizi la cultura di questa Nazione che oggi rappresenta per noi una imprescindibile controparte.
Perché ha deciso di scrivere “C’era una volta l’URSS. Storia di un amore”?
mercoledì 30 luglio 2025
Marx e la crisi migratoria negli Usa: gli immigranti non sono nostri nemici - Frasi di Marx (6)
martedì 29 luglio 2025
La farsa dell’acciaio, come il culto della sicurezza ci ha rubato la libertà - Federico Liberti
Da: Federico Liberti (Professor presso Miur Istruzione) -
"Ottimo approfondimento su cifre e concetti mortiferi di Federico Liberti che ringrazio. Tra i concetti che hanno devastato il mondo da sempre nella storia umana farei una classifica per numero di morti:
1) Dio
2) Patria
3) Libertà
e al quarto gradino viene subito sotto, ma con scarto minimo:
4) sicurezza e al
5) difesa"
lunedì 28 luglio 2025
SUL COLLASSO MORALE DELL'OCCIDENTE - Andrea Zhok
Leggi anche: La logica della crisi corrente - Andrea Zhok
Il lavoro secondo Andrea Zhok - Alessandra Ciattini
COSA NON SI FA PER AMORE DELLA LIBERTÀ - Andrea Zhok (15/06/2025)
domenica 27 luglio 2025
È chiaro: Israele ha ora un piano per la pulizia etnica dei palestinesi di Gaza - Gideon Levy
Da: Haaretz | Opinion - Gideon Levy è un giornalista israeliano. Dal 1982 scrive per il quotidiano israeliano Haaretz e dal 2010 anche per il settimanale italiano Internazionale. Considerato un esponente della sinistra israeliana, nella sua attività giornalistica è sempre stato molto critico sulla politica israeliana di occupazione dei territori dello Stato di Palestina.
Vedi anche: La politica israeliana tra occupazione e massacro - Gideon Levy
Guerra in Medio Oriente, la 'catastrofe' palestinese. Una nuova Nakba?
Brevissima storia del conflitto tra Israele e Palestina - ILAN PAPPÉ
Leggi anche: Le cose che ho imparato che non si possono chiedere a Israele. - Louise Adler
Sabato, palestinesi si riuniscono presso un punto di distribuzione alimentare nel campo profughi di Nuseirat, nella Striscia di Gaza centrale. Foto: Eyad Baba/AFP
Qualcuno l'ha concepito, si sono discussi pro e contro, sono state suggerite alternative, e tutto in sale conferenze climatizzate. Per la prima volta dall'inizio della guerra di vendetta a Gaza, è chiaro che Israele ha un piano, ed è di vasta portata.
sabato 26 luglio 2025
Scott Ritter: Gli USA faranno fuori Zelensky e l’Europa non conterà più nulla -
venerdì 25 luglio 2025
L’ala dura dell’élite russa: occorre alzare il tiro - Francesco Dall’Aglio
giovedì 24 luglio 2025
Nel Rapporto Censis l’Italia tra conflitti, riarmo e difesa della Patria
Da: https://www.analisidifesa.it - Foto Difesa.it -
Le immagini dei conflitti armati in corso in diverse regioni del mondo si riversano quotidianamente nei nostri schermi televisivi con una forza che scuote l’opinione pubblica. Come reagiscono gli italiani alle nuove tensioni geopolitiche, che sembrano stringere il mondo in una morsa? Che cosa succederebbe nello scenario ipotetico di un allargamento dei conflitti che finisca per coinvolgere direttamente il Paese? Ecco i risultati dell’indagine del Censis sulla percezione della guerra nella società italiana e sul riarmo.
Qui sotto il testo del comunicato del CENSIS. A questo link il Rapporto CENSIS integrale in Pdf
Pacifisti, disertori e mercenari stranieri
Secondo gli italiani le probabilità che l’Italia sarà coinvolta in un conflitto entro i prossimi cinque anni sono salite a quota 31 su una scala da 0 a 100. Se scoppiasse la guerra, l’Italia però non correrebbe alle armi con ardore patriottico. Le persone anagraficamente più interessate, tra i 18 e i 45 anni, sarebbero in larghissima maggioranza riluttanti a rispondere alla chiamata delle Forze armate.
Solo il 16% si dichiara pronto a combattere (tra gli uomini la percentuale sale al 21% e tra le donne scende al 12%). Il 39% invece protesterebbe, in quanto pacifista. Il 26% preferirebbe appaltare le operazioni militari e la difesa del territorio a soldati di professione e a contingenti di mercenari stranieri, da reclutare e stipendiare. Il 19% diserterebbe: si darebbe alla fuga pur di evitare il fronte.
Per affrontare i pericoli, l’81% cercherebbe informazioni su un rifugio dove ripararsi dai bombardamenti, il 78% stoccherebbe provviste alimentari, il 66% si procurerebbe un kit di sopravvivenza, il 59% si trasferirebbe in una località lontana dalle zone dei combattimenti, il 27% si procaccerebbe un’arma per difendersi.
Per il 65% degli italiani non siamo un popolo di guerrieri e saremmo travolti dal nemico, se non potessimo contare sull’aiuto degli alleati. Però i dazi americani sono già una dichiarazione di guerra nei nostri confronti: ne è convinto il 63% dei cittadini. Perciò sono cresciuti i sospetti verso l’alleato storico e il 46% degli italiani adesso è dell’idea che non è più scontato trovare gli Stati Uniti al nostro fianco in caso di guerra.
mercoledì 23 luglio 2025
ISRAELE. Come i notiziari televisivi si sono uniti allo sforzo bellico contro Gaza - Eyal Lurie-Pardes
Da: https://pagineesteri.it - Art. orig. https://www.972mag.com/israeli-tv-hasbara-media-gaza (traduzione di Federica Riccardi) - Eyal Lurie-Pardes è visiting fellow nel Programma sulla Palestina e gli affari palestinesi-israeliani del Middle East Institute dopo aver ottenuto la borsa di studio post-laurea della University of Pennsylvania Carey Law School LLM. Prima di entrare al MEI, Eyal ha lavorato con l’Associazione per i diritti civili in Israele, l’Istituto Zulat per l’uguaglianza e i diritti umani e come consigliere parlamentare alla Knesset.
Negli ultimi mesi, le persone di tutto il mondo hanno seguito da vicino la continua brutalità della guerra a Gaza. Immagini di palestinesi in fuga verso sud e alla ricerca di parenti sotto le macerie, video di bambini alla ricerca di cibo e acqua, queste e altre ancora sono circolate sui social media e sulle reti di informazione ogni giorno dal 7 ottobre.
Ma queste immagini non si trovano praticamente da nessuna parte nei media israeliani. La maggior parte dei notiziari israeliani raramente aggiorna il numero di vittime palestinesi – che ha superato i 30.000 – né informa i propri spettatori che circa il 70% delle vittime dell’offensiva israeliana sono donne e bambini.
La meta-narrazione presentata dai media israeliani definisce l’attacco di Hamas al sud di Israele come la genesi e il cuore dell’attuale crisi geopolitica. Ogni giorno c’è una nuova angolazione sugli eventi del 7 ottobre: nuovi filmati delle incursioni di Hamas nei kibbutzim, testimonianze di soldati che hanno partecipato alle battaglie o interviste ai sopravvissuti. Inoltre, i giornalisti israeliani coprono gli eventi attuali a Gaza quasi interamente attraverso l’unica lente del 7 ottobre e dei suoi effetti a catena.
Si tratta di una decisione consapevole dei media israeliani. In un’intervista al New Yorker, Ilana Dayan, una delle più apprezzate giornaliste israeliane, ha spiegato: “Intervistiamo le persone sul 7 ottobre – siamo bloccati al 7 ottobre”. Oren Persico, collaboratore di The Seventh Eye, una rivista investigativa indipendente che si occupa di libertà di parola in Israele, ha dichiarato a +972: “C’è un circolo vizioso in cui i notiziari si astengono dal mettere il pubblico di fronte alla scomoda verità e, di conseguenza, il pubblico non la chiede”.
martedì 22 luglio 2025
L'ascesa strategica di Hezbollah dopo la guerra aperta dell'Iran con Israele - Abbas Al-Zein
Da: https://thecradle.co - https://www.facebook.com/gabrepaci - Abbas Al-Zein è un giornalista politico libanese di Al-Mayadeen Media Network, specializzato in geopolitica e sicurezza internazionale. Il suo lavoro esplora anche le risorse energetiche globali, le catene di approvvigionamento e le dinamiche della sicurezza energetica.
Colpendo profondamente Israele, Teheran ha cancellato decenni di dogmi di deterrenza, schierando apertamente Hezbollah come alleato in prima linea nell'Asse della Resistenza.
Il lancio senza precedenti di missili e droni contro Israele dal suo stesso territorio durante la " Truthful Promise 3 " è stato una rottura strategica, piuttosto che una semplice tattica sul campo di battaglia, che ha ridefinito le dinamiche operative dell'Asse della Resistenza ed elevato l'Hezbollah libanese a partner militare centrale in un quadro di sicurezza regionale ora apertamente guidato da Teheran.
Ciò ha ricalibrato il ruolo di Hezbollah, trasformandolo da una branca libanese all'interno di una rete più ampia a un alleato centrale in una coalizione militare guidata da Teheran che affronta direttamente Tel Aviv. L'attacco dell'Iran allo stato di occupazione ha segnato un cambiamento dottrinale, segnalando il passaggio dalla semplice difesa dei propri confini all'imposizione attiva di linee rosse attorno alla propria presenza regionale.
La nuova posizione strategica di Hezbollah
lunedì 21 luglio 2025
Socializzare i profitti - Francesco Schettino
domenica 20 luglio 2025
Sotto le bombe dell'IMPERO - Silvia Pegah Scaglione
sabato 19 luglio 2025
Chi ha bisogno di Marx nel 2025? - Yanis Varoufakis
Da: The Guardian, luglio 2025 (Per il sito del Guardian, clicca qui) - https://www.yanisvaroufakis.eu -
Yanis Varoufakis è un economista, accademico e politico greco naturalizzato australiano. -
Vedi anche: Varoufakis e Sachs a Confronto su Guerra, Clima e Futuro Globale
IL CASO VAROUFAKIS - Emiliano Brancaccio
Per liberarci dai nostri signori tecnofeudali, dobbiamo pensare come Karl Marx. Le corporazioni ci deprederebbero di risorse, ma possiamo riprendere il controllo.
Una giovane donna che ho incontrato di recente ha osservato che non era tanto la pura malvagità a spingerla a infuriarsi, quanto piuttosto persone, o istituzioni, capaci di fare del bene che invece danneggiavano l'umanità. Le sue riflessioni mi hanno fatto pensare a Karl Marx, la cui critica al capitalismo era proprio questa: non tanto per il fatto che fosse sfruttatore, quanto per il fatto che ci disumanizzasse e ci alienasse, pur essendo una forza così progressista.
I sistemi sociali precedenti potrebbero essere stati più oppressivi o sfruttatori del capitalismo. Tuttavia, solo sotto il capitalismo gli esseri umani sono stati così completamente alienati dai nostri prodotti e dall'ambiente, così separati dal nostro lavoro, così privati anche di un minimo di controllo su ciò che pensiamo e facciamo. Il capitalismo, soprattutto dopo essere entrato nella sua fase tecnofeudale , ci ha trasformati tutti in una qualche versione di Calibano o Shylock: monadi in un arcipelago di sé isolati la cui qualità della vita è inversamente proporzionale all'abbondanza di aggeggi prodotti dai nostri moderni macchinari.
I giovani lo percepiscono. Ma la reazione contro i migranti, le politiche identitarie, per non parlare della distorsione algoritmica delle loro voci, li paralizzano. Ma qui rientra Marx con consigli su come superare questa paralisi – buoni consigli che giacciono sepolti sotto le sabbie del tempo.
venerdì 18 luglio 2025
GLI ECONOMISTI ELOGIANO IL RAPPORTO DELLA RELATRICE SPECIALE FRANCESCA ALBANESE ALLE NAZIONI UNITE: 'DALL'ECONOMIA DI OCCUPAZIONE ALL'ECONOMIA DI GENOCIDIO'
Da: https://zeteo.com - https://www.facebook.com/UN4Palestine - https://www.facebook.com/franci.albanese - https://www.yanisvaroufakis.eu -
Legggi anche: «Un genocidio redditizio»: Francesca Albanese denuncia il sistema economico dietro la distruzione israeliana di Gaza
Vedi anche: Fame e speculazione a Gaza - Chris Hedges intervista Francesca Albanese
Ascolta anche: Neutralità impossibile, Francesca Albanese contro il silenzio globale (https://grad-news.blogspot.com/2025/07/caffe-neutralita-impossibile-francesca.html)
giovedì 17 luglio 2025
Questa rapina è chiamata libertà - Carlo Rovelli
Da: https://comune-info.net - Carlo Rovelli, fisico, saggista e divulgatore scientifico è stato docente universitario in Italia, Francia e Usa. Il suo ultimo libro, scritto con Giorgia Marzano e Massimo Tirelli, è Il volo di Francesca (Feltrinelli).
Leggi anche: "Ipocrisia" - Carlo Rovelli
È questo il mondo che vogliamo? - Carlo Rovelli
mercoledì 16 luglio 2025
Gli Usa non possono fare a meno del Maccartismo e della repressione - Alessandra Ciattini
Leggi anche: Le origini del piano Marshall e lo sviluppo dell’imperialismo statunitense - Alessandra Ciattini
IL PAESE DELLE LIBERTÀ: stermini, repressione e lager nella storia degli Usa. - Maurizio Brignoli
Non solo un fenomeno durato qualche decennio, ma una corrente politico-culturale presente nella storia degli Stati Uniti.
La solita vulgata storica ci fa credere che il Maccartismo, la grande campagna sviluppatasi negli Usa dalla fine degli anni 40 agli anni 50 del Novecento sia stato solo un episodio isolato e anche giustificato, mentre è un tratto costitutivo sempre presente nel clima culturale e intellettuale di quel paese e che oggi, secondo la grande storica Ellen Schrecker, di origine ebrea e membro dell’Associazione dei docenti universitari statunitensi, si sta manifestando in maniera ancora più virulenta.
Intervistata da «Democracy now», la Schrecker descrive l’attacco sferrato da Trump alla vita accademica e scientifica, sottolineando un’importante differenza: durante l’era associata al senatore Joseph McCarthy, nel 1954 censurato dallo stesso senato e probabilmente morto alcolizzato, venivano presi di mira e colpiti in vari modi docenti individuali soprattutto per le loro attività extra-curriculari, in particolare quelli che avevano avuto rapporti con il Partito comunista; oggi si interviene, si condanna e si reprime tutto ciò che avviene nelle università, generando un clima di paura e imponendo una forte censura assai peggiore di quello che si sperimentò durante il maccartismo. Addirittura, la storica statunitense, che ha studiato anche la storia delle università del suo paese, sostiene che mai si era assistito a un attacco così violento all’alta educazione minimizzato dalla stampa allineata al potere.
Prima di illustrare questo importante tema è opportuno ricordare che la Schrecker è autrice di moltissimi libri, non tradotti in italiano, tra i quali mi limito a citare i più noti Many Are the Crimes: McCarthyism in America (1998). American Inquisition: The Era of McCarthyism (2003), The Lost Soul of Higher Education: Corporatization, the Assault on Academic Freedom, and the End of the American University (2010). Ricordo anche che nel 2003 ha difeso un professore di origine palestinese, un ingegnere informatico, Sami Al-Arian, accusato di supportare il terrorismo, poi prosciolto dall’accusa, che fu licenziato dall’ Università della South Florida.
martedì 15 luglio 2025
Russia, Israele e Usa. Il dialogo sulla geopolitica con Alessandro Orsini
lunedì 14 luglio 2025
IL DIFFICILE ADATTAMENTO ALL’EPOCA STORICA - Pierluigi Fagan
Da: https://www.facebook.com/pierluigi.fagan - Pierluigi Fagan pensatore indipendente sul tema della complessità, nella sua accezione più ampia: sociale, economica, politica e geopolitica, culturale e soprattutto filosofica [cosa si intende per “complessità” è specificato qui]. -
Vedi anche: Il problema del limite. La scienza e il postumano - Remo Bodei
domenica 13 luglio 2025
Lezioni di Archeologia - Filippo Coarelli
Da: https://bianchibandinelli.it - Filippo Coarelli è un archeologo italiano, già docente di Storia romana e di Antichità greche e romane all'Università di Perugia. È stato allievo di Ranuccio Bianchi Bandinelli.
Vedi anche: Antichità Romane (Lez.1) / Introduzione | RLeS - Filippo Coarelli
"Roma Antica" - Filippo Coarelli
ROMA E ANNIBALE - Una storia in movimento
Augusto: la morale politica di un monarca repubblicano - Luciano Canfora
sabato 12 luglio 2025
FERMARE ISRAELE. LE FIRME DEL MONDO SULLA VIA DI TEHERAN - Pino Cabras
Da: https://megachip.globalist.it - https://www.facebook.com/pinokabras - Pino Cabras è un politico e giornalista italiano, deputato della XVIII legislatura prima per il Movimento 5 Stelle e poi, dopo la sua espulsione, per Alternativa.
Un appello urgente denuncia le gravi violazioni del diritto internazionale da parte del regime israeliano contro l’Iran, chiedendo l’intervento immediato delle Nazioni Unite per fermare l’aggressione, proteggere i civili e salvaguardare la legalità globale.
Non solo Gaza. Proprio nel pieno dell’aggressione israeliana all’Iran (la guerra dei 12 giorni che rischiava di innescare una guerra molto più vasta), avevo firmato questo appello partito dall’Iran e rivolto al segretario generale dell’ONU e alla direttrice generale dell’UNESCO. Mi sono ritrovato in una compagnia di firmatari che abbraccia tutto il mondo, assieme a personalità davvero illustri e coraggiose, inclusi tanti occidentali e molti esponenti del mondo ebraico che rifiutano l’eresia genocida della classe dirigente israeliana e dei suoi complici. L’ho tradotto in italiano e ve lo ripropongo, per la forza precisa con cui riafferma i diritti violati dall’aggressione israeliana. Il tema rimane più che mai caldo, perché quella che fin qui si è vista è solo una tregua, mentre i propositi bellicosi rimangono in campo, pronti a nuovi pericolosi e criminali avventurismi.
Buona lettura! - 8 Luglio 2025 -
Pino Cabras ----------------------
Destinatari:
Sua Eccellenza Sig. António Guterres, Segretario Generale delle Nazioni Unite
Sua Eccellenza Sig.ra Audrey Azoulay, Direttrice Generale dell’UNESCO.
—– Oggetto: Appello urgente per un’azione contro l’aggressione militare illegale del regime israeliano contro l’Iran —-